
Ricamo Suprematista: quando l’avanguardia incontra il filo
- Posted by Flavio Marini
Dal nostro Archivio Storico:
Nel 1918 Kazimir Malevič, padre del Suprematismo, dichiarava:
“Noi suprematisti solleviamo le bandiere dei colori, come fuoco del tempo e avanziamo oltre il loro perimetro.”
Queste parole, destinate a cambiare il corso dell’arte moderna, trovarono eco anche in un ambito inaspettato: il ricamo. Nella Russia rivoluzionaria, le artiste dell’avanguardia – tra cui Rozanova, Popova, Ekster, Udal’cova, Stepànova – trasportarono la forza visiva delle loro opere pittoriche nel tessuto.
Nacque così il ricamo suprematista, una corrente artistica che unì la manualità popolare femminile con le forme geometriche radicali dell’arte astratta.

Kazimir Malevich, Mystic Suprematism Black Cross on Red Oval
Un laboratorio tra arte e rivoluzione: Verbovka
Il cuore di questo movimento fu Verbovka, una colonia tessile ucraina fondata nel 1916. Qui, artiste e contadine collaboravano alla realizzazione di borse, cuscini, pannelli, copertine e campioni decorativi stampati o cuciti, secondo schemi suprematisti. Il loro lavoro era tutto fuorché artigianato ornamentale: era un atto politico, collettivo, emancipatorio.
Tra i pezzi documentati vi sono copertine ricamate con motivi suprematisti, borse in cotone decorate con tagli netti e sagome astratte, pannelli nati da collage tessili ispirati ai quadri di Malevič e Popova. Ogni oggetto diventava una piccola rivoluzione da indossare o esporre.
L’identità femminile dell’avanguardia
Il ricamo divenne così una vera e propria forma d’arte, portata avanti da una rete di donne capaci di trasformare la tradizione in gesto sperimentale.
Tra queste spiccano figure come Natalija Davydova, che progettò e cucì con le contadine nuovi modelli ispirati alla pittura astratta, e Ganna Sobachko-Šostak, una ricamatrice autodidatta che Ekster volle al suo fianco riconoscendone il talento compositivo.
Anche gli uomini dell’avanguardia, da Malevič a Ivan Puni, si interessarono al fenomeno. Malevič stesso ricordava con stupore come sua madre fosse capace di ricamare “diversi tipi di merletti e ricami”, intuendo che l’emozione del colore e del ritmo potesse abitare anche nei fili.

Ganna Sobachko-Šostak, Fiori in una corona, 1917.
Una fonte d’ispirazione attuale
Il ricamo suprematista rimane una delle espressioni più audaci della storia del tessile.
Non solo perché fu capace di superare il confine tra arte e artigianato, ma perché diede voce, forma e potere a una generazione di donne.
Oggi quelle stesse forme geometriche, quei tagli astratti, quelle composizioni visionarie vivono una nuova vita nelle interpretazioni contemporanee.
Anche noi di Marini Ricami ci lasciamo ispirare da questo patrimonio: nella sperimentazione di texture, nel lavoro su campioni per pelletteria e fashion, nella valorizzazione del gesto manuale che, anche quando è supportato da macchinari industriali, resta profondamente artistico.
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